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Ad Illegio dal 4 luglio: "Nulla è perduto"

"Nulla è perduto" è il titolo della 16ª mostra che il Comitato di San Floriano, Illegio, è riuscito a organizzare anche in questo difficile momento, curata da don Alessio Geretti. Inaugurazione il 4 luglio, chiusura il 13 dicembre.

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Ad Illegio dal 4 luglio: "Nulla è perduto"

"Nulla è perduto" è il titolo della 16ª mostra che il Comitato di San Floriano, Illegio, è riuscito a organizzare anche in questo difficile momento.
Inaugurazione il 4 luglio, chiusura il 13 dicembre.
"Una mostra, curatore don Alessio Geretti, che lancia un messaggio di incoraggiamento, che ci mette alla prova perché possiamo rinascere con tutte le nostre forze, così come potremo vedere, incontrare, idealmente toccare opere rubate o incenerite durante i bombardamenti della II guerra mondiale".
Tre le vie della mostra.
La prima: sette le opere che la collaborazione tra Sky Arte, Factum Arte di Madrid e Ballandi Art attraverso storici, restauratori, applicazioni tecnologiche ci permetterà di vedere quasi rimaterializzarsi: "Il concerto a tre" di Johannes Vermeer, rubato nel 1990; "La Torre dei cavalli azzurri" di Franz Marc e il "Myrto" autoritratto di Tamara de Lempicka opere vittime della furia nazista; il "Vaso con cinque girasoli" di Vincent van Gogh, distrutto dal bombardamento di Ashya che precedette lo scoppio delle due atomiche; la "Medicina" tela di Gustav Klimt per un soffitto dell’Università di Vienna, 4m x3m, bruciata dai nazisti in fuga; le "Ninfee" di Claud Monet distrutto da un incendio al MoMa di New York nel 1958; il "Ritratto di Sir Winston Churchill" di Graham Sutherland, non amato dal politico e fatto sparire dalla moglie Clementine nel 1955.
Seconda strada: artisti di livello hanno prestato le proprie mani a Caravaggio, per esempio, come nel caso di Antero Kahila di Helsinki che dopo 5 anni di studi ci permette di "rivedere" la prima realizzazione del soffitto della cappella Contarelli in S. Luigi dei Francesi a Roma: S. Matteo e l’Angelo, scartato dai committenti e distrutto durante il bombardamento di Berlino.
Seconda impresa: due vetrate della facciata principale della Cattedrale di Chartres, rimaterializzate nel laboratorio di San Bellino di Rovigo a misura di visibilità d’uomo con i loro 400.000 frammenti.
Terza via: il ritrovamento di opere trafugate. Due sculture lignee, S. Vito e S. Martino rubate tra Natale e l’Epifania 1968/1969 dalla pieve di S. Floriano di Illegio e ritrovate a Bonn. Opere di Domenico Mioni detto da Tolmezzo. Ultima opera sarà una sorpresa che si svelerà nei giorni precedenti l’inaugurazione.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni ore 9-19; 3 visitatori entreranno ogni 6 minuti, mentre l’audioguida con il commento del curatore della mostra accompagnerà tutti con tempi rigorosi. Visita a rischio 0. Per la sanificazione continua dell’atmosfera le sale sono state attrezzate con un sistema di alta tecnologia, compatibile con la salute delle persone e con quella delle opere d’arte. Per i gruppi di almeno 20 persone sono riservate tre mezze giornate e due serate durante la settimana, con le giovani guide che cureranno la visita dividendo la compagnia in quattro microgruppi.
Necessaria la prenotazione per tutti - tel. 0433.44445, mostra@illegio.it, www.illegio.it. Le prenotazioni sono aperte da sabato 20 giugno 2020.
Maria Luisa Gaspardo Agosti

Ad Illegio dal 4 luglio: "Nulla è perduto"
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