A Casarsa “Italia-Brasile 3 a 2”
Lo spettacolo di e con Davide Enia verrà proposto nel Teatro Pasolini giovedì 9 novembre alle 20.45, a cura di Comune e Ert
Giovedì 9 novembre (ore 20,45) nel Teatro Pasolini si apre la stagione di prosa con “Italia-Brasile 3 a 2. Il ritorno” di e con Davide Enia, musiche in scena Giulio Barocchieri, Fabio Finocchio.
Nel 2022 – anno in cui è stato allestito questo spettacolo – ricorre il doppio anniversario del quarantennale della partita al Sarrià di Barcellona, stadio che oggi non esiste più, e del ventennale del debutto dello spettacolo “Italia - Brasile 3 a 2”. La nuova messa in scena rivisita il testo originale, nuove la regia, le luci, le musiche. Il mondo è cambiato, diverse sono le urgenze, i vuoti urlano più dei pieni. “Italia-Brasile 3 a 2” opera su un doppio binario. Il primo è quello della coscienza collettiva, tramite il ricordo di quell’evento specifico, la partita del mondiale del 1982, che segna un atto identitario e comunitario. Il secondo binario è quello della coscienza intima, ovvero l’operazione privata di scomposizione e ricomposizione dei temi e dei sentimenti affrontati, rapportandoli al proprio vissuto personale.
La partita epica della nazionale contro il Brasile diventa uno strumento liberatorio, il suo ricordo è intriso di gioia e questo restituisce al dispositivo teatrale il suo ruolo di costituente della coscienza comunitaria. E poi, c’è qualcosa che appartiene a una dimensione più profonda e misteriosa, legata a doppio filo con l’essenza del teatro stesso: il rapporto tra i vivi e morti. La presenza di chi non c’è più continua a vibrare da questa parte della vita, si impone nella memoria, segna traiettorie nel futuro. A differenza di quando si debuttò nel 2002, sono morti tanti protagonisti di questo lavoro: è morto Paolo Rossi, è morto Enzo Bearzot, è morto Socrates, è morto Valdir Perez, è morto lo zio Beppe. Eppure, i loro occhi, le loro voci, le loro gesta continuano a ripresentarsi come presenze vive, scena dopo scena, parola dopo parola, gol dopo gol, schiudendo le porte dell’inesprimibile, invitando ad abbandonarci al mistero, permettendoci di scorgere ciò che brilla nel buio e non fa male.
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