Mes e Recovery Found, l’Europa affronta finalmente l'emergenza
Trovato un significativo accordo tra i governi dei 27 paesi dell’Unione. La conferma però non si avrà che in giugno
"Non ho tempo” sono le parole ritrovate negli appunti di Evariste Galois, il grande matematico francese, scritte la sera precedente di essere ucciso a duello. I suoi appunti incompleti permisero di risolvere le equazioni con radicali, anticipando di decenni i concetti dell’algebra moderna.
“Non c’è tempo” potrebbe essere, invece, il refrain per sollecitare l’Europa ad aiutare i Paesi più colpiti dal Coronavirus.
Il Pil dell’Eurozona rischia di subire una contrazione del 15% e i leader europei hanno fatto troppo poco e agito troppo in ritardo. Questo è l’avviso che la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, avrebbe lanciato ai leader Ue, durante la riunione in videoconferenza dei leader dell’Unione Europea del 23 aprile. Le misure per la ripresa devono essere rapide, risolute e flessibili ha aggiunto Lagarde, secondo quanto riferiscono fonti Ue.
Lo shock economico da Coronavirus è infatti molto peggio di una crisi finanziaria, è il cigno nero dell’epistemologo Nassim Nicholas Taleb, con enormi ricadute sull’occupazione.
Secondo le previsioni contenute nel World economic outlook del Fondo monetario internazionale, presentato a Washington il 14 aprile, il Pil globale diminuirà del 3%: un risultato peggiore di quello della crisi finanziaria del 2008.L’eurozona nel complesso vedrà ridursi del 7,5% con l’Italia che registrerà la caduta più forte (- 9,1%), seguita dalla Spagna (-8%), Francia (-7,2%) e Germania (-7%).
La riunione dei ventisette Paesi è comunque andata meglio del previsto e sono state approvate le misure decise dall’Eurogruppo per oltre mille miliardi che prevedono l’uso del MES a condizioni leggere; il finanziamento della cassa integrazione nei Paesi membri (Sure) e l’utilizzo della Banca europea degli investimenti per aiutare le imprese.
Il Consiglio Ue ha anche approvato il Recovery Fond, il nuovo Fondo per la ripresa, agganciato al bilancio europeo 2021 – 2027. Si tratta, in questo caso, di emettere titoli in comune che vanno a finanziare una spesa che si decide in comune. Quindi una spesa futura, che non riguarda i debiti passati e nemmeno la spesa corrente degli Stati membri. La Germania con la sua Cancelliera Angela Merkel si è detta pronta “in uno spirito di solidarietà” a versare “ contributi molto più importanti” al bilancio comunitario di quanto non fosse disposta prima della pandemia influenzale.
L’accordo definitivo è comunque rimandato al Consiglio Ue di giugno, dopo che il 6 maggio la Commissione europea avrà presentato il suo Fondo per la ripresa, su mandato dei leader europei.
Nel frattempo, la BCE ha preso un’importantissima decisione, accettando in garanzia anche i titoli con un rating basso, riducendo così i rischi che deriverebbero da un declassamento dell’Italia. Sempre che ci sia tempo.
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