Cro di Aviano e MD Anderson di Houston
Entra nel vivo la collaborazione tra i due istituti per l’oncologia di precisione al via gli scambi di formazione e si lavora per il convegno internazionale di Pordenone
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un enorme progresso nel trattamento dei tumori, con il raggiungimento, in diversi casi, di sopravvivenze a cinque anni superiori al 90 per cento. Ma c’è ancora molto da fare: nel 2020, solo in Unione Europea, 2,7 milioni di persone hanno avuto una diagnosi di tumore e 1,3 milioni di pazienti sono morti di cancro.
L’altra faccia della medaglia è che, grazie ai progressi nelle terapie, nell’ultimo decennio la prevalenza (cioè il numero di persone che vivono con una diagnosi di cancro) è aumentata del 36% in Italia. I sistemi sanitari, quindi, devono affrontare una fase cruciale e delicata, caratterizzata dai cambiamenti demografici della popolazione, dallo sviluppo di tecnologie innovative e dai nuovi bisogni indotti dai miglioramenti delle cure, con la crescita di lungo-sopravvivenze e guarigioni.
La Sanità dovrà affrontare alcuni nodi cruciali: consolidare la centralità del cittadino; puntare di più sulla prevenzione; riorganizzare radicalmente i servizi, spostando le cure dall’ospedale al territorio, e stimolare sempre più la ricerca e l’innovazione, rendendola parte integrante dei piani di cura. Si dovrà attuare un cambiamento epocale verso l’oncologia di precisione, ovvero la possibilità di dare a ogni paziente la migliore terapia possibile. Ma la sfida si potrà vincere solo con ampie sinergie, nazionali e internazionali.
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI. Il CRO è da sempre votato a lavorare in rete (circa il 40% dei progetti pubblicati è legato a studi nazionali o internazionali, ndr), ma avverte il bisogno di collaborazioni più strette e sistematiche con Istituti capofila, a livello mondiale, in ambito oncologico. Per questo, nel corso del 2022, l’IRCCS avianese si è fatto promotore di una collaborazione istituzionale con MD Anderson Cancer Center di Houston (Texas) con l’ambizione di contribuire a sviluppare programmi di medicina personalizzata dei quali i pazienti possano beneficiare nel breve-medio termine.
MD Anderson Cancer Center, parte dell'Università del Texas, è uno dei più grandi centri oncologici a livello internazionale; la prestigiosa classifica annuale di Newsweek l’ha valutato come primo ospedale al mondo per la cura del cancro nel 2022-23. MD Anderson è anche uno dei migliori centri di ricerca: sulla sfida ai tumori, impiega più di 20.000 persone e 1.800 fra medici e ricercatori.
La collaborazione - alla quale, nel 2022, il Direttore scientifico Silvia Franceschi e il direttore dell’Unità di Oncologia molecolare del CRO Gustavo Baldassarre hanno lavorato a lungo con i colleghi americani - mira a sviluppare l'eccellenza nella prevenzione, nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione delle malattie oncologiche attraverso programmi di ricerca clinica, pre-clinica e traslazionale.
Il progetto, grazie all’impegno del vicepresidente Bruno Malattia e del Direttore Luciano Nonis, è stato finanziato dalla Fondazione Friuli, che ne ha consentito l’avvio sotto i migliori auspici. Il 29 novembre 2022, nel corso di un evento pubblico organizzato ad Aviano (1st CRO Aviano - MD Anderson Symposium), i Direttori dei due Istituti – Silvia Franceschi e Francesca Tosolini per il CRO e Giulio Draetta e Raghu Kalluri per MD Anderson - hanno presentato l’iniziativa che, nei prossimi cinque anni, vedrà crescere gli scambi USA-FVG.
Il progetto ora è entrato nel vivo. A fine aprile, Baldassarre ha incontrato, a Houston, i ricercatoridi MD Anderson per evidenziare possibili aree di collaborazioni future. Si è parlato di nuovi approcci per neoplasie ancora poco curabili (come glioblastomi, tumori del pancreas e dell’ovaio) e di come personalizzare le cure per altre patologie (quali le mielodisplasie o i tumori della mammella, della testa, del collo e del polmone), ma anche di stili di vita e dell’esposizione a possibili cancerogeni ambientali (come il radon) per studiare approcci di prevenzione attiva o delle alterazioni genomiche ed epigenomiche per definire nuovi bersagli delle terapie oncologiche.
L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE. La visita americana è stata anche l’occasione per programmare la permanenza, per quale mese, di un giovane chirurgo senologo del CRO, Stefano Fracon, che sarà ospite proprio del centro texano per studiare, con le tecnologie innovative messe a disposizione da MD Anderson, l’evoluzione dei tumori mammari dopo terapie ormonali e a bersaglio specifico.
Grazie alla Fondazione Friuli e a una borsa di studio AIRC, poi, il giovane talento pordenonese Luca Cecchetto si è trasferito da inizio maggio a Houston; laureato con lode a Trieste nel 2020 in Chimica e tecnologie farmaceutiche, dal 2021 lavora nel laboratorio di Oncologia molecolare del CRO, prima come borsista e poi come dottorando. Nei prossimi due anni completerà il suo dottorato nei laboratori americani, lavorando sulle cause della resistenza alla chemioterapia nei tumori ovarici e su come superarla. “La considero un’opportunità importante per la mia carriera, che mi permetterà di acquisire competenze immense, migliorandomi come ricercatore e come uomo”, ha commentato Cecchetto. “Inoltre, parto con la speranza di poter contribuire a far avanzare di un altro passo la terapia, in modo da avvicinarci sempre più a una cura definitiva”.
APPUNTAMENTO IN FRIULI. Al termine della due giorni americana, ci si è dati appuntamento a Pordenone dove, ancora grazie al supporto di Fondazione Friuli, nel mese di settembre si terrà il 1st CRO-Aviano MD Anderson Symposium On Cancer Biology And Precision Oncology, incontro nel quale i ricercatori dei due centri si confronteranno sull’oncologia personalizzata. Per il CRO stanno organizzando l’evento Alessandra Bearz,responsabile dell’Unità semplice sui tumori del polmone, e il dottor Baldassarre, in accordo con la Direzione Scientifica. “Sarà il primo di una serie di incontri annuali, volti a creare una partnership tra i due Istituti sulla ricerca traslazionale, che permette l’individuazione di nuove strategie terapeutiche farmacologiche e tecnologiche”, spiega Bearz. “Gli enormi progressi avvenuti negli ultimi 15 anni nel trattamento di alcune neoplasie sono proprio il frutto dello stretto legame tra ricerca clinica e di base”.
“Sarà sicuramente un evento di rilievo internazionale”, aggiunge Baldassarre, “nel quale cercheremo di coinvolgere gli altri attori regionali impegnati nella ricerca e nella cura del cancro perché siamo convinti che solo grazie a un’ampia collaborazione un giorno si potrà sconfiggere questa malattia che si dimostra sempre capace di adattarsi e sfuggire ai trattamenti via via messi a punto”.
Il CRO e i suoi ricercatori, insomma, lavorano ogni giorno, per lo più in silenzio, ma con grande entusiasmo e dedizione, per migliorare le cure per i pazienti oncologici. E siamo sicuri che a breve questi sforzi daranno nuovi e importanti risultati.
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