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Crisi, i più deboli pagano (di più)

Le difficoltà delle aziende ricadono sulle coop sociali. L'esempio di Futura e del Piccolo principe

Crisi, i più deboli pagano (di più)

La crisi del settore manifatturiero del Friuli occidentale colpisce anche l’indotto e in particolare i lavoratori disabili e svantaggiati delle cooperative sociali del territorio ai quali le aziende affidavano particolari lavorazioni di assemblaggio. In alcune di queste cooperative, aderenti a Confcooperative Pordenone, si è quindi passati alla cassa integrazione per un totale di 63 persone coinvolte e 6 contratti non rinnovati: è il caso di alcuni laboratori della cooperativa sociale "Il Piccolo Principe" di Casarsa e "Futura" di San Vito al Tagliamento, realtà, va specificato, attive in vari ambiti (gli altri non sono coinvolti da questa situazione). Nello specifico si tratta di 23 lavoratori assunti grazie alla legge 381/1991 per l’inserimento lavorativo (14 Piccolo Principe, 9 Futura), 29 soci lavoratori normodotati (21 Piccolo Principe, 8 Futura) e 11 percorsi di formazione lavorativa (2 Piccolo Principe + 9 Futura). In questa situazione pesa lo stop produttivo della Savio, storica azienda pordenonese che da anni con grande sensibilità sociale affida parte delle commesse di assemblaggio alle cooperative sociali locali che si occupano di inserire nel mondo del lavoro persone con disabilità o con svantaggio sociale, le quali altrimenti sarebbero tagliate fuori sia da occasioni remunerative sia da momenti di integrazione sociale. "Queste persone - spiegano Luigi Cesarin e Gianluca Pavan, presidenti rispettivamente de Il Piccolo Principe e di Futura - sono attualmente a casa con ricadute che vanno oltre il peso economico. I progetti di formazione e autonomia lavorativa e integrazione sociale all’interno delle nostre strutture sono realizzati insieme all’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5". Potrebbe però esserci una soluzione: da qui l’appello de Il Piccolo Principe e Futura. "Speriamo che Savio possa riprendere al più presto la produzione - concludono Cesarin e Pavan - e invitiamo anche altre imprese a seguirne l’esempio affidandoci delle commesse di lavoro. Oggi, fra l’altro, ci sono anche degli strumenti legislativi come l’articolo 14 d.l. 276/2003 per cui il lavoro a cooperative sociali si traduce in un reale vantaggio per le aziende con l’obbligo di collocamento di personale disabile".  "Confcooperative Pordenone - aggiunge il presidente Luigi Piccoli - è al fianco delle cooperative sociali aderenti tramite i propri uffici per monitorare la situazione e permettere eventuali nuovi accordi con aziende interessate, aspettando l’auspicata ripresa della Savio, alla quale va un sentito grazie per quanto garantito in questi anni". (d.f.)

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