Valorizzazione del fonte battesimale
Il fonte Battesimale, storico o mobile che sia: uno spazio da valorizzare correttamente per l'importanza del Sacramento che vi si svolge. Suggerimenti pratici
In molte pievi, e chiese parrocchiali di fondazione storica, il fonte battesimale è spesso un’opera d’arte: si pensi agli intagli nella pietra del Pilacorte, e della sua scuola; o ai castelli intagliati nel legno, e poi dorati e dipinti, dalle scuole rinascimentali (Auregne e la famiglia dei Ghirlanduzzi) fino a quelle più recenti di Giuseppe Scalambrin.
I preti d’un tempo, e le fabbricerie, a nome del popolo, hanno scelto con coraggio e sentimento d’arte, di nobilitare il luogo in cui si nasceva alla fede. Ed è emozionante pensare che per secoli – e secoli – nella vasca scavata nella pietra l’acqua del battesimo ha accolto tra i figli di Dio tutti i suoi figli.
Un sentimento che – lo diciamo – è stato un po’ perso, e il Battesimo oggi lo si celebra in un contesto di provvisorietà, e allestimento improvvisato.
Nel contesto dei progetti sul Sinodo, si è creduto di dare qualche suggerimento per ridare dignità ai luoghi in cui la Chiesa rilegge la propria storia, perché ciascuno abbia un riferimento di bellezza anche nella concretezza del proprio vissuto liturgico.
Suggerimenti
- 1. NELLE CHIESE IN CUI ESISTE IL FONTE STORICO
Laddove il fonte battesimale esiste, ed è spesso opera d’arte e di pregio, anche se collocato nei pressi del portale maggiore, o in una cappella, si curi di dare dignità e bellezza, rendendolo ordinato e abitato, accogliendo eventualmente questi suggerimenti:
- Si eviti sia trasformato in un piccolo ripostiglio di strumenti per le pulizie, o vasi di fiori; sia libero da ciò che non ha attinenza al battistero.
- Laddove è possibile, si apra lo sportello della parte superiore, e dentro – nella pietra scavata, o nel catino di metallo, vi sia l’acqua benedetta nella notte di Pasqua;
- Se il cero pasquale si trova – giustamente – presso l’ambone, al fonte si trovi comunque modo di collocare una lampada che arda, e che dia segno d’una presenza abitata, d’un luogo nobile della Chiesa per – per quanto oggi in larga parte dismesso – è stato per generazione la porta attraverso cui i credenti sono divenuti figli di Dio;
- dentro il fonte, o in luogo adatto nei suoi pressi, potrebbero essere collocati in modo armonioso e degno, ciò che richiama i gesti esplicativi del rito:
- la veste bianca; (non necessariamente quella piccola adatta ai bambini; può essere anche di dimensione importante, visibile, che dia segno di bellezza e festa);
- una candela;
- un bel vassoio con l’olio dei catecumeni e del crisma; lodevole sarebbe che – per quanto nel ridimensionamento dei riti dovuto al Covid – 19 – gli Olii fossero qui collocati nei riti della loro accoglienza, agli inizi della Missa in Coena Domini, per tutto il valore e il significato che hanno, soprattutto tenendo presente che da un anno ne siamo digiuni;
- se lo si ritiene opportuno, si può dare risalto anche ad un registro dei battezzati, ad indicare l’ingresso dei fedeli nel popolo di Dio che è la Chiesa;
- tutto questo può essere collocato in modo sobrio e minimale, lasciando che i simboli parlino da sé; o – laddove esiste questa possibilità – può essere accompagnato da dicitura esplicative, direte soprattutto alla didattica per la catechesi, usando le parole dei riti del battesimo, oppure giocando sui significati di acqua, luce, olio;
- esiste - in alcune opere d’arte monumentali – l’incisione della data; potrebbe essere utile produrre un piccolo cartiglio in cui si riassume l’aspetto storico artistico del fonte, sottolineando in modo opportuno per quanti secoli, in quella vasca battesimale, si è amministrato il battesimo.
- 2. NELLE CHIESE IN CUI ESISTE IL FONTE MOBILE
In molte chiese non esiste un fonte in pietra o in marmo, ancorato in modo fisso in un luogo opportuno; o – se esiste – è totalmente dismesso.
Se non si può in alcun modo accogliere le indicazioni del primo punto, si provveda almeno a dare dignità alla collocazione provvisoria del fonte per il rito del battesimo, evitando con cura soluzione troppo modeste (ciotole di ceramica collocate sulla mensa dell’altare…).
L’acqua benedetta nella notte di Pasqua sia presente in presbiterio, in luogo opportuno; in recipiente degno, pulito, ben visibile; sia adornata con sobrietà di fiori; per evitare che nel tempo fino alla Pentecoste dia segno di stanchezza o di sporcizia, a tempo opportuni si rinnovi.
Suggerimento liturgico
Da qui, il celebrante può attingere l’acqua per l’aspersione domenicale nei riti della Messa, come suggerito dal Servizio Liturgico Diocesano.
Un consiglio lasciato alla libertà di ciascuno.
Andare, in forma di pellegrinaggio privato, o con la famiglia, a cercare e visitare il luogo del proprio battesimo, e recitare una preghiera presso il fonte in cui si è stati generati nella fede.
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