Il Vescovo Giuseppe Pellegrini: 8x1000 Un piccolo gesto, una grande missione
"Anzitutto bisogna precisare che non si tratta di una tassa extra a quelle che già paghiamo e aderire non costa nulla. Firmando per l’8x1000 alla Chiesa Cattolica si compie un gesto che ci permette di offrire formazione scolastica ai bambini, dare assistenza ad anziani e disabili, assicurare accoglienza ai più deboli, sostenere progetti di reinserimento lavorativo, sostenere progetti umanitari..."
8x1000 Un piccolo gesto, una grande missione
Eccellenza cosa pensa del valore dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica?
Anzitutto bisogna precisare che non si tratta di una tassa extra a quelle che già paghiamo e aderire non costa nulla. Firmando per l’8x1000 alla Chiesa Cattolica si compie un gesto che ci permette di offrire formazione scolastica ai bambini, dare assistenza ad anziani e disabili, assicurare accoglienza ai più deboli, sostenere progetti di reinserimento lavorativo, sostenere progetti umanitari nei paesi del Sud del Mondo anche nei luoghi dove operano i tanti missionari delle nostre diocesi.
Lei nel corso della sua vita sacerdotale, soprattutto negli anni in cui ha svolto servizio in CEI, ha visto con i suoi occhi le opere sostenute grazie all’8x1000.
Quando nel 2006 fui nominato direttore nazionale della Fondazione Missio, entrai a far parte anche del Comitato Interventi Caritativi in favore dei Paesi del Terzo Mondo, che si preoccupa di sostenere ogni anno centinaia di progetti in giro per il mondo. Uno dei nostri compiti, oltre alla lettura dei progetti che ci arrivavano ogni giorno in ufficio, c’era anche quello di visitare i Paesi beneficiari e conoscere e verificare la costruzione delle opere finanziate. Provavo sempre una certa emozione quando nel cuore della savana vedevo scuole costruite grazie all’8x1000 o piccoli dispensari in piena foresta amazzonica, o biblioteche per studenti nell’estremo Oriente. E’ importante sapere che grazie alla nostra firma possiamo contribuire a rendere il nostro mondo più giusto per tutti e aiutare tutte quelle realtà che sono in condizioni economiche svantaggiate rispetto a noi.
Una cosa che si pensa dell’8x1000 è che sia solo per stipendiare i sacerdoti ma invece, come ci ha appena raccontato, le opere sono tante.
Più che stipendio bisogna parlare di sostentamento dei nostri sacerdoti che hanno scelto di donare la propria vita a servizio del Vangelo. Certo l’8x1000 serve anche a questo, in Italia abbiamo circa 35000 sacerdoti che vengono sostenuti anzitutto dalle parrocchie dove svolgono la loro missione e anche dal contributo economico che ricevono mensilmente dall’Istituto Centrale Sostentamento del Clero. Ma come ho appena detto questo non è il solo uso dell’8x1000. La Chiesa cattolica distribuisce i fondi ottenuti per le esigenze religiose di tutte le diocesi e parrocchie, per interventi di carità in Italia e nel Terzo Mondo e appunto per sostenere i sacerdoti. I fondi ricevuti sono usati inoltre per dare supporto alle Caritas diocesane - anche nella nostra diocesi abbiamo ricevuto sostegno dall’8x1000 per attività della nostra Caritas – e per costituire nuove parrocchie nelle periferie abbandonate e degradate. La Chiesa che annuncia il Vangelo è fatta di persone concrete da accogliere, spazi per pregare, bisognosi da aiutare, sacerdoti da sostenere, fino agli estremi confini della terra.
La Chiesa Cattolica può fare quello che vuole dell’8x1000?
No. Ogni anno la Chiesa cattolica deve presentare un rendiconto preciso allo Stato italiano. Questo è collegato al principio della trasparenza. Trasparenza significa non nascondere nulla relativamente all’impiego dei propri fondi. La Chiesa va oltre gli obblighi di legge e, su www.8xmille.it rende noti, attraverso una mappa, tutti gli interventi fatti.
Scegliere di firmare per l’8x1000 è dunque anche un gesto di solidarietà fraterna?
Nella Chiesa tutti sono chiamati ad una solidarietà non soltanto affettiva ma anche effettiva e a partecipare, secondo le proprie condizioni e competenze, all’edificazione della comunità. Nessuno nella Chiesa può dire «l’altro non mi riguarda», lo spirito giusto è quello di un reciproco sostegno. È il principio della solidarietà. È fondamentale dunque donare. Far parte di una comunità significa condividere una parte delle proprie risorse. È il principio della comunione. La comunione nella Chiesa è il valore centrale della riforma del Concilio Vaticano II. La comunione implica una partecipazione completa anche attraverso il contributo economico. Chi partecipa ad una comunità è responsabile insieme agli altri dei suoi bisogni. È il principio della corresponsabilità. La corresponsabilità è l’idea per cui la vita della comunità dipende dal contributo di tutti, non solo dei suoi pastori. Ad ognuno è richiesto di fare la sua parte, investendo talento e risorse.
X Giuseppe Pellegrini
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