Atletica: Caiani è l'uomo dei campionati
Sesto all’esordio negli Europei Under 23 a Espoo dopo il bronzo ottenuto a Tallin nel 2021
E' stato soprannominato “uomo da campionati”, perché ha dimostrato un’altra volta di dare il meglio di sé quando conta. A Cesare Caiani l’epiteto piace. E se lo gode. Come si è goduto il nuovo, ottimo, risultato conquistato in una grande competizione. Dopo il terzo posto nei 3000 siepi agli Europei under 20 del 2021 di Tallin, il portacolori dell’Atletica Brugnera Pordenone Friulintagli è arrivato sesto nella stessa specialità agli Europei under 23 di Espoo. All’esordio tra le promesse, ha centrato il personale come due anni fa in Estonia, portandolo stavolta a 8’43’’74. “Ho fatto la gara della vita", ha riconosciuto il 19enne di Sacile, che compirà 20 anni a dicembre.
Domanda necessaria: se l’aspettava questo tempo?
Sapevo di poter valere un crono importante. Ero conscio di stare bene e di aver lavorato altrettanto bene con il mio allenatore, Matteo Chiaradia. Certo, il fatto di essere arrivato in finale, di non avere alcuna pressione, mi ha agevolato.
Come mai?
Mi sono promesso di andare al massimo, alla peggio scoppiavo. E non avendo nulla da perdere, di fatto, potevo accettare questo rischio. E’ andata bene, perché ha disputato una super prova, che mi ha fatto felice e dato grande fiducia per il futuro. Dal punto di vista cronometrico non mi miglioravo dal 2021, dall’8’50’’16 di Tallinn. Ce l’ho fatta.
“Uomo da campionati” è un soprannome di cui andare fieri. Tanti atleti, quando la posta in palio si alza, iniziano ad aver paura. A lei invece, che succede?
Le gare di spessore mi stimolano, spingono a dare il meglio di me stesso. A Espoo, nonostante la mia prima esperienza tra gli under 23 a livello internazionale, puntavo prima di tutto ad accedere alla finale. Ero consapevole che non sarebbe stato facile, ma allo stesso tempo che non si sarebbe trattato di una missione impossibile. Trovato il pass (con il personale di 8’48’’99) mi sono poi detto di giocarmi ogni chance in finale dando tutto ciò che avevo.
Non era scontato andare così forte, soprattutto perché non aveva iniziato benissimo la parentesi all’aperto.
La prima parte di stagione è stata in effetti un po’ complicata. Avrei voluto centrare subito il minimo per gli Europei, ma non ce l’ho fatta. Diciamo che l’ho inseguito, trovandolo ai campionati italiani under 23 di giugno di Agropoli (che ha vinto con 8’55’’13). Sapevo di avere nelle gambe il tempo, ma non riuscivo a centrarlo.
Cosa l’ha fatto rimanere sereno, in quei momenti?
La fiducia nel lavoro svolto e nel percorso intrapreso anni fa con Matteo Chiaradia. E’ un progetto che parte da lontano, non finalizzato a una gara, e che continua. E’ un aspetto importante.
Gli Europei under 23 hanno rappresentato l’appuntamento più importante della sua stagione. Cosa bolle ora in pentola?
Certamente correrò in alcuni meeting i 1500, poi vediamo.
Il 2024 coinciderà col suo secondo anno tra le promesse. E’ consapevole che la crescita di un’atleta, in Italia, con l’avanzare dell’età passa per l’ingresso in un gruppo militare?
Sì. E spero di entrarci. La mia ambizione è rendere l’atletica un lavoro. Mi sembra di essere sulla strada giusta.
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