Visita pastorale nello Spilimberghese
Preziosa presenza del Vescovo Pellegrini nella città della mosaico e con le diverse comunità parrocchiali del territorio
Nel corso della Visita Pastorale il Vescovo ha avuto modo d’incontrare diverse realtà nel contesto della Unità Parrocchiale di Spilimbergo, Barbeano e Gradisca. Dai bambini del catechismo e ai loro genitori, dagli anziani agli adolescenti e giovani(capaci di offrire sane provocazioni). L’incontro con la comunità delle religiose della Divina Volontà (8 suore), con la Caritas e alcune persone anziane od ammalate, si è accompagnato alla vista alla Scuola Mosaicisti, e non è mancata la possibilità di condividere in modo distinto un pranzo con una rappresentanza degli agricoltori, dei commercianti e della Giunta comunale della Città. Momento significativo e suggestivo sicuramente in fase finale il conferimento della Cresima a 45 adolescenti (con la Messa animata insieme dalle due corali) appartenenti alle tre comunità (dopo aver condiviso nel fine settimana una celebrazione comunitaria e un ricco e sereno momento di "ristoro"con Barbeano e Gradisca).
L’incontro con i consigli parrocchiali e degli affari economici delle comunità dell’unità parrocchiale è stato sicuramente uno dei momenti salienti della sua presenza in città.
La formula proposta è stata quella di un incontro informale, prima condividendo un sostanzioso buffet e poi confrontandoci in cerchio, che volutamente dà l’idea del pastore che incontra il suo popolo, non del leader che verifica l’operato dei suoi collaboratori.
La presenza numerica, trattandosi di un giovedì sera, è stata comunque significativa; neanche ci fossimo messi d’accordo, mi ha colpito il fatto che il numero dei presenti per ogni comunità è stato in proporzione diretta con il numero totale di fedeli da essi rappresentati. Da qualche giovane (pochi in realtà) ai più anziani, tutto il popolo di Dio in cammino del nostro territorio era ben rappresentato, accompagnati da Don Giorgio, Don Giovanni (era rappresentata anche la comunità di Gaio Baseglia), Don Giulio e Suor Maria Novella.
Ai vice presidenti dei consigli pastorali è toccato il compito di sintetizzare le realtà della parrocchie, demandando gli approfondimenti alla relazione scritta che è stata consegnata al Vescovo da ciascuna comunità a suo tempo.
Abbiamo una volta in più verificato che i punti di forza e quelli di debolezza delle nostre comunità sono simili, con alcune caratterizzazioni che riguardano le parrocchie più piccole, in cui c’è chiara l’idea di non riuscire a fare tutto da soli.
Tante attività vengono portate avanti e c’è un fiume di bene che scorre, a volte un po’ carsico, e che vivifica le nostre comunità, tante sono le difficoltà vecchie e nuove che ciascuno deve affrontare.
Nell’offrire una lettura di sintesi Sua Eccellenza ha più volte citato un documento delle CEI ’Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia’, che, seppur datato nella sue redazione (2004), ha tali spunti profetici da essere ancora oggi attuale, per una lettura della realtà e per trarre alcune indicazioni operative.
Dal suo arrivo in Diocesi molte cose sono cambiate, di certo vi è la chiara presa di coscienza che non siamo più maggiroanza nella comunità civile, ma altrettanto netta è la consapelvolezza dell’urgenza di ritornare al nostro compito fondamentale che è quello di annunciare Gesù Cristo.
La parrocchia deve rinnovarsi per essere la casa di Dio tra la gente, piccola casa - forse - ma bella, accogliente, gioiosa, coraggiosa nell’annuncio perché sa che Gesù cammina con noi.
Il consiglio pastorale allora diventa sorgente di unità per la pastorale, non per una Chiesa gerarchica, ma popolo di Dio in viaggio sulle strade della vita, laici delle comunità vicine e presbiteri assieme, ognuno col proprio ministero e i propri doni da condividere e valorizzare.
Ecco questo potrebbe essere lo slogan da portasi a casa dopo l’incontro col vescovo: il ’fasin di besoi’ tanto caro a noi friulani va oggi reintepretato, cogliendo i segni dei tempi, in un ’fasin insieme’ per continuare a perpetrare la storia di fede che abbiamo reicevuto da chi ci ha preceduto e che domanda, come ci ricorda il vicino Tagliamento, di rinnovare la freschezza delle motivazioni e, pur avendo anche tratti di percorso diramati, tenere viva la consapevolezza della comune foce che ci attende, verso la quale fluire con corresponsabilità e generosità.
M. S.
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